Biancolivo è nato da un sogno sussurrato dal vento tra gli ulivi, il sogno di ridare vita e anima a una vecchia lamia abbandonata, nascosta nel cuore silenzioso della campagna di Ceglie Messapica. Ogni giorno, con il cuore colmo di speranza, osservavamo quel luogo dimenticato, immaginando infiniti modi per spezzare il velo dell’abbandono e restituirgli luce, calore e dignità.
Quel piccolo angolo di terra ci parlava, raccontandoci storie di tempi passati, di mani laboriose e di vite vissute all’ombra degli ulivi. Sentivamo dentro di noi il desiderio profondo di trasformare quel silenzio in un abbraccio accogliente, un rifugio dove ogni ospite potesse sentirsi a casa.
Così è nata la nostra idea: non solo un B&B, ma un luogo di rinascita e passione, un gesto d’amore verso la terra che ci ospita e verso chi vorrà condividere con noi questo sogno. Perché, in fondo, non potevamo immaginare posto più vero, più giusto di questo, per iniziare una nuova storia, fatta di emozioni autentiche e di semplice bellezza.


Biancolivo was born from a dream whispered by the wind among the olive trees—the dream of giving new life and soul to an old, abandoned lamia hidden in the quiet heart of the countryside of Ceglie Messapica. Every day, with hearts full of hope, we watched over that forgotten place, imagining endless ways to break the veil of neglect and restore its light, warmth, and dignity.
That little corner of land spoke to us, telling stories of times gone by, of hardworking hands and lives lived in the shade of the olive trees. We felt deep inside a longing to transform that silence into a welcoming embrace, a refuge where every guest could feel at home.
So our idea was born: not just a B&B, but a place of rebirth and passion—a gesture of love toward the land that hosts us and toward those who will share this dream with us. Because, in the end, we could not imagine a truer, more fitting place to begin a new story—one filled with genuine emotions and simple beauty.


Bellissimo articolo che parla di noi direttamente dalla penna di Paolo Lazzari e pubblicato su Repubblica per la rubrica "Piano B".











